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15 Il presepio di Natale

In questi giorni si allestiscono, nel chiostro di S. Lorenzo, qui a Vicenza, i presepi all’aperto. Il chiostro è imbottito di presepi, di ogni dimensione e di ogni fattura. Presepi per rammentare Gesù tra gli uomini.

Qualche metro più in là, troviamo il cosiddetto natale commerciale, avido di soldi e orpellato di babbi natale: babbo natale, un vecchio canuto, che s’ingegna a sostituire un bambino in fasce e benedetto da Dio. Questi porta vita fresca, quello appesantisce di doni il suo carro. Gesù ridesta il calore dei cuori affinché nutrano dolcezza; il babbo natale porta tra noi il freddo del nord, trainato da renne. Quanta poesia!

Ma il chiostro di S. Lorenzo, insieme con il Tempio e il convento, forma un’oasi di spiritualità, nella quale, anche nel centro di una città frenetica e ammalata di attivismo affaccendato, si presenta come seno di pace. Nella pace e per la pace, viene Gesù, il principe e l’inizio della pace.

All’interno del chiostro si offrono i presepi: ciascuno avvicinando a Gesù i diversi aspetti della vita e della pietà.

Vi è un presepio tutto candido, disseminato di pecore e di pastori, che ricorda non solo la neve invernale, ma anche la necessità di lindore nei cuori.

Il presepio centrale, monumentale e a porte spalancate, anzi una casa senza pareti, indica il Gesù aperto al mondo, non costretto e chiuso, ma allargato a ogni persona e a ogni cultura.

E poi il presepio drammatico: un Natale vuoto, rinchiuso da pareti di vetro spezzato, ossia da un mondo che si sta rovinando, perché ha svuotato la società dal valore del Natale.

E poi un presepio pieno di casette, che circondano la capanna del Presepio. Case, emblema di famiglie, che per reggere devono rivolgersi a Gesù.

GCM 11.12.11, pubblicato 15.12.11