HOME

Home > Chiesa SACRAMENTI > Articoli 2010 > Credere e amare

Credere e amare

Giovanni nella sua prima lettera assicura che riceviamo da Dio ciò che gli chiediamo.

Condizione per ricevere: facciamo ciò che gli è gradito. E ciò che gli è gradito (esigenza) è credere nel Figlio e amarci a vicenda.

E’ opportuno sottolineare che Giovanni, il quale da molti è designato come il discepolo dell’amore, indica per Gesù l’obbedienza della fede, per il prossimo l’esigenza dell’amore. Quasi una divergenza dai due comandamenti della Legge e dei Profeti: l’amore a Dio e l’amore al prossimo.

Sembra quasi che la fede in Gesù sia esplicata nell’amore al prossimo. Ed è anche vero che il prossimo credente è il “corpo” di Cristo, e conseguentemente amare il prossimo è amare Gesù.

Si può notare anche una reciprocità: amare il prossimo è amare Gesù, credere in Gesù è credere al prossimo.

Fede negli uomini, perché santi. Solamente la santità ci unisce a Gesù. Se crediamo in Gesù, non crediamo meramente alla sua divinità, ma anche alla sua umanità, arcanamente intrisa di divinità.

Se crediamo in Gesù uomo, diventa ovvio il credere negli uomini, inseriti in Gesù. Paolo infatti attribuiva la santità ai credenti, quale loro precipua caratteristica. Egli scriveva le lettere, indirizzandole ai “santi” delle diverse comunità, o chiese, radunate in Dio secondo la chiamata (la vocazione) alla santità, attuata dalla fede.

Santità, fede, amore si abbracciano nella realtà di Chiesa, che noi viviamo e che noi  siamo.

Fede e amore, unica realtà.

GCM 07.01.10