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Purezza eucaristica

Leggo in S. Giuseppe da Copertino: “Se uno lo (il pane eucaristico) riceve anche in peccato mortale, ma però non lo conoscesse, in virtù di questo cibo gli verrebbe cancellato”.

La indicazione non è da poco, per indicare l’efficacia purificatrice dell’Eucarestia. Il contatto con Gesù, purifica, perché egli battezza con lo Spirito Santo e con il fuoco.

Giuseppe da Copertino indica l’efficacia del sacramento, se il peccato mortale non è cosciente. Con la morale diffusa oggi, quale coscienza si ha di peccato?

Però, prima ancora di parlare della consapevolezza di un peccato, è necessario vedere se il peccato mortale esiste, oppure se sussiste il dubbio sulla sua consistenza. Cioè esiste la materia grave? il deliberato consenso? la piena avvertenza? Se queste tre condizioni non si danno, il peccato mortale (o grave?) non esiste, e l’Eucarestia ricevuta purifica il residuo del peccato.

Però esiste un’altra condizione, che spesso non è detta: l’Eucarestia è ricevuta con fede, ossia sapendo davvero che la comunione ci mette a contatto reale con Gesù Risorto?

La fede salva. Anche dal peccato. Per la fede in Gesù siamo stati salvati. La sicurezza del perdono si innesta nella certezza della fede. Allora l’Eucarestia, ossia Gesù presente nel pane e nel vino, produce grazia, partecipazione alla vita di Gesù.

Fiducia in Gesù: quella fiducia che ci apre al continuo sorriso, perché nell’incontro con Gesù, noi ci sentiamo intuiti ed amati, come noi intuiamo e amiamo Gesù. Anche il desiderio di amarlo è già amore.

L’Eucarestia è cibo, conforto e continua purificazione.

GCM 15.01.10