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Pentimento o narcisismo?

Confessione dei peccati o alimentazione del narcisismo?

I peccati sono offese che noi diamo a noi stessi, facendoci del male, perché agiamo contro il nostro bene autentico, che è la salvezza, che Dio, Amore, ci offre. Ci facciamo del male, e perciò offendiamo noi stessi (non offendiamo Dio, che non è permaloso). Ma proprio il danneggiare noi stessi, ci pone davanti a un Dio, che ci ama e che ci vuole salvi e felici. Il peccato diventa una  indelicatezza, più o meno grave, verso il figlio di Dio che è in noi, e perciò verso il Padre, il quale  ama questo figlio, che si danneggia da solo.

Però molte persone si confessano per piccole difficoltà, che si oppongono al proprio ideale di perfezione. Qualche distrazione, qualche impazienza, qualche scatto: tutto ciò che va contro un ideale di perfezione da noi ideato, per essere belli ai nostri occhi. Sappiamo che in termini esatti questo si definisce “narcisismo”.

Se la confessione è fatta per rassodarci, almeno indirettamente, in questo sforzo di perfezione, essa diventa alimentazione del narcisismo. Perfino i religiosi sono definiti come appartenenti a un ordine di perfezione.

Si confonde la confessione, riducendola a un atto di devozione, con la spinta, più o meno ascetica (?!), alla perfezione.

Tutti affermano che la perfezione non è di questo mondo. E poi si pretende di trasformare la confessione in strumento di perfezione proprio in questo mondo. Per fortuna Dio non nega il suo aiuto anche a chi erra con il pretendere di essere perfetto.

GCM 22.10.10, pubblicato 09.12.10