Scuola di preghieraI discepoli di Gesù chiedono a lui di insegnare a pregare. La necessità della preghiera è stampata nel cuore dell’uomo, poiché siamo creati nella dinamica verso il Padre. Lo stesso spirito di Dio, in noi grida “Padre”. Perciò Gesù insegna a pregare con l’invocazione “Padre”. Perché? - Perché il vostro Padre già conosce le vostre deficienze, le vostre necessità -. Ovviamente Gesù non impartisce una formula di preghiera, ma un indirizzo, affinché la preghiera dei suoi (di noi!) non ricalchi la preghiera dei pagani. Per apprendere l’arte della preghiera, è sufficiente la parola “Padre”. Le frasi che si riferiscono al Padre, sono una specificazione del suo essere Padre. Padre Dio, che trasmette tra di noi, in terra, ciò che lui è in se stesso: appunto perché padre. I suoi “geni” si comunicano arcanamente ai suoi figli. La preghiera è rispettare questi geni, non tradire la figliolanza. Non tradire la figliolanza, amando la vita (il pane che è sostanza per l’oggi e per il domani), copiando la sua misericordia, sfuggendo l’antipadre (le tenebre del male). Lui sa che per noi non è agevole mantenere la filialità, perché conosce i nostri limiti, le nostre deficienze: conosce ciò di cui abbiamo bisogno, prima che glielo chiediamo. Eppure, in Gesù, ce lo fa chiedere. Chiedere la sua gloria e il suo aiuto, è accogliere la sua volontà, ossia il suo bisogno e la sua attitudine ad aiutarci. Si impara a pregare, atteggiandoci alle esigenze espresse dal Padre nostro. Soprattutto l’esigenza di conoscere Dio, per armonizzarci con lui. Infatti la preghiera è un armonizzarci con Dio, un entrare all’unisono con lui. Insegnaci a pregare. Dite: Padre! GCM 06.12.09
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