Le criticheLa critica negativa è frequente. Noi critichiamo condannando il prossimo. Questi ci ripaga con la stessa moneta. La critica negativa nutre, occultamente o apertamente, il desiderio di distruggere i nostri comportamenti, quando non addirittura le nostre persone. Politica cannibalistica insegna! Però esistono anche persone che sanno reagire in modo positivo alle critiche, che tendono a distruggere. La prima, elementare considerazione: la critica è un problema di chi critica, ossia è uno stato di malessere, che il critico vive davanti a una situazione “per lui” anomala. Quanti critici d’arte, sono artisti non riusciti e frustrati! Perciò la critica, fondamentalmente, riguarda chi critica. Però, per via del perlocutorio, la critica arriva a me, mi sollecita, e, se mi sento debole e manchevole, mi pone in guardia. Certo che se la critica viene rivolta a me da chi ha potere su di me, oltre a pormi in guardia mi suscita anche apprensione, e quindi ricerca di difese per la mia incolumità. Tuttavia la critica che mi raggiunge svolge almeno la funzione di farmi accorgere che non tutti attorno a me condividono la mia posizione. Allora se il criticato è persona serena, resta sereno e tutt’al più dalla critica ricava motivo di autoconoscenza e/o di riconferma del suo operato. Quando il criticato reagisce in modo sottomesso, è una persona che tende a considerarsi povera e sconfitta. I più deboli reagiscono violentemente, spesso uscendo dai gangheri, soprattutto se rivestono cariche pubbliche vistose. Noi sappiamo che Dio avoca a sé ogni giudizio e a lui ci affidiamo, al di là delle critiche. GCM 12.02.10
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