HOME

Home > Chiesa SACRAMENTI > Articoli 2010 > Messa con tripudio

Messa con tripudio

La gioia di celebrare la messa è nell’intimo della cosa stessa.

“Celebrare la messa mi diverte”: diceva un sacerdote, lasciando perplessi i confratelli, fissi al concetto, troppo sottolineato, della messa come sacrificio della croce. Può la messa essere il sacrificio della croce, con la presenza di un Gesù, risorto e vivente nel presente in quanto risorto?

La messa è la gioia di Gesù di ritornare tra di noi: “Vi rivedrò e gioirà il vostro cuore!”. Per comprendere la messa, nel suo presentare Gesù, serve molto di più la meditazione sulle “apparizioni” di Gesù ai suoi, dopo la risurrezione. Che cosa avvenne tra Gesù e la Maddalena, tre Gesù e Pietro, Tommaso, le donne, gli undici, Giovanni.

Una analisi affettuosa di questi episodi ci aiuta a intuire la situazione nostra con Gesù nell’Eucarestia.

Ricordo le parole di Giuseppe da Copertino: “Li sacerdoti fanno carnevale ogni mattina, celebrando la Messa, mentre i secolari lo fanno una volta sola”.

Quando sappiamo che il sacerdote è uno dei celebranti dentro la comunità che celebra, allora ogni presente entra nella gioia del “carnevale”.

Immersi nella messa, siamo immersi nella gioia del Risorto. Perciò usciamo da messa, riempiti di allegrezza dovuta all’incontro con il Risorto. Non c’è condanna per coloro che sono stati santificati  dal Dio vivente, ci assicura S. Paolo. E’ necessario lasciarci sacrificare, e la fucina di ogni santificazione è l’incontro eucaristico.

Che cosa sono i nostri sforzi per le nostre piccole virtù, o per le mete ascetiche, di fronte alla santificazione che ci raggiunge direttamente da Gesù? E Gesù, nella messa, si effonde.

GCM 15.01.10