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Nel turbinio

Nel guazzabuglio di una civiltà e di una politica che istupidiscono e impazziscono, c’è da rivolgerci a uno solo che può salvarci.

I fedeli sono scomparsi dalla terra. Tutti si ingannano, dicono menzogne a vicenda, si adulano (soprattutto se hanno arraffato il potere con la frode), hanno un cuore doppio. Solo Dio può recidere le labbra che ingannano, coloro che parlano con arroganza e che dicono:  “Con le parole ci facciamo forti, abbiamo con noi i nostri mezzi di comunicazione, chi ci supererà?”.

Così si parlava nell’antichità. Evidentemente, io non faccio alcun riferimento al nostro presente, perché le idee appena riferite fanno parte dell’antica letteratura dei salmi (Salmo 11 o 12).

Se ne era servito anche Lutero, per esprimere la difficoltà delle persone pie, davanti alla protervia e alla corruzione del suo tempo.

Nello stesso salmo, il disagio del credente davanti alla protervia dei potenti, diventa preghiera. Una preghiera che potrebbe diventare utile anche ai nostri giorni e che perciò i preti e i religiosi ripetono tutte le settimane.

“Per la pena dei miseri, per il gemito dei poveri, io mi alzo - dice il Signore - ; porterò la mia salvezza a coloro che la sollecitano. Queste parole del Signore sono schiette, argento raffinato, purificato sette volte. E allora tu, Signore le realizzerai, ci salverai da questa generazione per sempre, anche se gli empi continuano ad aggirarsi intorno, e la bassezza è in auge tra i figli dell’uomo”.

Critiche, armi, terrorismo, rivoluzioni più o meno di Ottobre, oppure preghiera? Le armi e le rivoluzioni, compreso Al Kaeda, si fidano su se stesse, la preghiera si affida a Dio. Chi vincerà alla fine?

GCM 12.01.10  , pubblicato 19.10.10