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Salvatori

Immedesimati in Gesù dalla fede, che ci rende e cristiani e cristici, con lui viviamo la profezia e la redenzione. Non solo in fase passiva, ma pure in fase attiva: ossia non soltanto riceviamo la sua profezia, la Parola, ma anche diventiamo profeti; non solo siamo redenti, ma diventiamo redentori.

Certo non riflettiamo mai, o quasi mai, che la salvezza del mondo (e non dei credenti esclusivamente) viene prodotta anche da noi.

Sotto questo aspetto, comprendiamo perché noi preghiamo per gli altri: dobbiamo salvarli, farli uscire dal male.

E inoltre il nostro naturale soffrire, serve non soltanto alla nostra necessaria e continua purificazione, ma anche ad aiutare Gesù a salvare il mondo. Paolo diceva che la sua sofferenza era un completare nella sua povera persona, ciò che manca alla passione di Gesù.

Paolo non parla solamente di sé, ma di tutti noi, che siamo esortati a imitare Paolo, come lui imita Cristo.

Se davvero accogliamo il nostro essere cristiani totalmente, allora le azioni di Gesù sono le nostre, e le nostre azioni sono di Gesù.

La coscienza di essere salvatori, in Gesù, del mondo, ci induce e aiuta ad essere salvatori di chi ci è più vicino, anche se scapestrato, maligno, insopportabile. Salvare i vicini.

Paolo avverte che le donne, da assumere al servizio della comunità, devono aver condotto prima in modo corretto la famiglia e l’educazione.

Essere eletti a profeti e salvatori, amplia il nostro sguardo, ci aiuta a sopportare uomini e malanni, e rende vivibili e piccole le nostre sofferenze.

GCM 19.12.09