HOME

Home > Chiesa SACRAMENTI > Articoli 2010 > Il dono conquistato

Il dono conquistato

Se non sono precedute da un sacrificio, non si gustano le conquiste. Chi è abituato a ricevere regali, non comprende il valore degli oggetti che possiede. Si abitua a possedere, a possedere sempre di più, ma il piacere del possesso è solo materiale. Delle cose non si abitua a misurare il valore.

E’ il destino di molti ragazzi e di molti adolescenti. Il regalo, che non è attirato da un merito, rovina il gusto e deprezza le qualità umane.

Allora vale solo il mercanteggiare? Io faccio e tu mi compensi? No: io faccio e io mi compenso, godendo del frutto delle mie mani.

E’ la regola del prendere la croce, del salire “per aspera ad astra”. Non a causa di una crudeltà della natura o degli uomini, ma per il valore intrinseco dell’operare umano.

Dio è un dono per tutti, Dio è gratuito, eppure necessario. Però perché noi lo possediamo nella gioia, dobbiamo compiere la fatica di andargli incontro.

Perfino Adamo, ricco di ogni dolcezza, doveva collaborare, rispettando l’albero del bene e del male.

Anche Gesù è gratuito. Ma senza il nostro convertirci e credere al Vangelo, teniamo discosto da noi lo stesso Gesù. Il Paradiso non va meritato, perché Gesù lo dona. Però il Paradiso non lo accogliamo, mantenendoci neutri.

E’ la spilorceria di Dio? Oppure è l’invito di Dio ad attivare la nostra qualità più umana: la libertà di accettare o di respingere?

Dopo che, dandoci da fare, accettiamo il dono di Dio, scopriamo che quello è molto più grande e più gustoso, di quanto lo immaginavamo. La conquista si trasforma in dono.

GCM 06.04.10  -  pubblicato 09.06.10