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Facciamo messa

Quando, nell’Eucarestia, io invoco la santificazione del pane e del vino, quale è l’atteggiamento dei presenti?

Alcuni si pongono in un silenzio adorante. Altri attendono che il rito si compia per poter accedere alla comunione eucaristica. Altri sanno che Gesù si presenta nel pane e nel vino, ma questa novità strabiliante, quasi impossibile non li scuote.

Forse rarissime persone si sentono partecipi dell’invocazione allo Spirito di Dio, che ripresenta Gesù Risorto al mondo. Esse sono con il presidente dell’assemblea e con lui attuano la santificazione del pane e del vino. Si sentono in una specie di “concelebrazione”, coscienti di essere popolo santo, stirpe sacerdotale.

Queste persone non sono presenti per “lasciar fare” il prete; ma esse sentono di fare con il presidente. Sono partecipi di tutto ciò che si compie. Partecipi attivamente, nel richiamare Gesù, che trasformi il pane e il vino.

Vale quel “sacerdozio comune” di cui parla il Concilio recente, nostro.

Tutti sanno che quando si raduna un’assemblea “nel nome di Gesù” (ossia nella persona di Gesù), questo raduno reclama la presenza di Gesù, perché dove sono due o tre radunati nel suo nome, Gesù è con loro. E’ con loro, con le loro azioni, intenzioni, preghiere, lodi.

Durante la santificazione del pane e del vino, con lo Spirito Santo “mandato” dal Padre, tutta l’assemblea, che contiene la presenza di Gesù, agisce tramite il presidente. Il presidente agisce per l’assemblea, nell’assemblea, con l’assemblea. Tutti i presenti “reclamano” la presenza eucaristica di Gesù, che poi assimileranno al finire della messa.

GCM 07.04.10  - pubbl. 17.07.2010