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Povertà beata   1 

In quale settore mi trovo collocato? So che il 20% della popolazione mondiale, detiene l’86% della ricchezza, mentre l’80% si “accontenta” del 14%, il resto. Ma in questo 80% una parte è gettata nella povertà.

La cosa appare più grave, quando dentro quell’86%, l’1% possiede la metà di quell’86%. Tra non molto quell’1% possederà più della metà dell’86%.

Dove mi trovo collocato?

Se mi trovassi, per assurdo, in quel 20%, Dio sarebbe irraggiungibile per me. Solo un incontro con Gesù alla Zaccheo mi potrebbe salvare. Ma quel 20% evita accuratamente di salire sul sicomoro, almeno per lasciarsi prendere dalla curiosità.

Chiaramente io mi trovo tra gli 80%. E, tra questi, sono povero o benestante? Benestante tanto da avere più del necessario? Povero, così da avere meno del necessario? Così e così da avere di che campare.

Gesù mi fa pensare. Anche lui aveva di che campare, aveva da mangiare e da bere, tanto che lo criticavano quale mangione beone.

Orbene questo Gesù, non ricco, si spinge a dire: “Beati i poveri!”. Un desiderio di diventare tale? Così dice S. Paolo: ”Da ricco che era diventò povero!”. Forse più che diventare povero, Gesù si era trovato povero: povero tra i poveri, perciò beato.

Però non beato in quanto povero, né in quanto partecipe dei poveri, ma beato perché dei poveri è il Regno di Dio. Il Regno di Dio non è sistemato in un albergo a cinque stelle. Il Regno, con Gesù, si inizia dove non c’è posto che accoglie, in un locale di disobbligo. Se garba, diciamo pure che il Dio beato, è collocato in una stalla.

Gesù povero è beato in quanto Dio, e vive con accanto i poveri, per i quali lui è la beatitudine.

5.01.16