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Ancora satrapi?  

I satrapi sono fiorenti: decidono o impongono passando sopra le teste, di coloro che non sono stimati uomini, ma sono indicati come sudditi.

Satrapi politici, anche spesso nei paesi che si dicono democratici. I satrapi credono che una volta eletti, possono fare alto e basso su tutto e su tutti. L’elezione non è un conferimento dello scettro, ma un’indicazione di un compito. Quando anche devono decidere, non possono dare per scontato di aver sempre ragione.

Un satrapismo più o meno velato si è infiltrato nella chiesa e negli ordini religiosi. Fraternità è un nome astratto, frate è la concretezza. Lascia perplessi il fatto che si attenda sempre ciò che vorrà o deciderà il “superiore”. Come se Dio non avesse dotato di intelligenza e di sensibilità ogni persona. Le decisioni non possono esser privativa di una sola persona, che prende quindi il posto di un Nerone qualsiasi. Per Nerone la ragione non stava nella testa, ma nella violenza, armata o non armata.

I correttivi democratici sono provvidenziali altolà, proprio per salvare superiori e sudditi dai gravi errori, che possono emergere a ogni passo.

L’unico che, quando decide, è infallibile, resta solo Dio. L’infallibilità concessa ai credenti, si appoggia sulla sua Parola. Perciò il profetismo evangelico inocula nel mondo la sicurezza nel camminare. Ma il profetismo non sempre si sposa all’autoritarismo, anzi lo sfugge. Non verso l’anarchia, ma verso quella carità, che è assicurata dalla presenza dello Spirito. Paolo, quando scrive dei diversi compiti esercitati nella comunità (carismi) indica poi di aspirare a un dono più alto: l’amore che è assicurato dallo Spirito

15.09.16