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Il ramo lodante

Davanti ai miei occhi oscillano i rami degli alberi, ornati di foglie, allo stormire di un vento quasi impercettibile.

Lo Spirito Santo è “vento” soave, che fa stormire le nostre anime, i nostri cuori: non sappiamo come né perché, perché “il vento soffia e tu non sai di dove venga e dove vada”. Questo leggero tremare conduce con dolcezza la nostra vita. Anche il profeta s’accorgeva della vicinanza di Dio, non nelle tempeste e nei terremoti, ma nel soffiare lento della brezza.

Rami che oscillate, lodate il mi’ Signore. Il mio occhio, che leggero si muove accompagnando il vostro oscillare, con voi e per voi, loda il Signore. La lode a Dio non sempre deve diventare preghiera espressa, ma è preghiera anche quando loda il Signore, quando si sente trascinato e immerso nella natura, che è permanente lode di Dio. “Laudato si’, mi Signore, cum tucte le tue creature”.

Il riposo estivo, nel pieno esprimersi dello sviluppo, nel quasi ridestarsi del mondo, è un immettersi nella irripetibile armonia del mondo. Ogni poesia, dal “Chiare, fresche, dolci acque” al “Meriggiare pallido e assorto” è un inno, perfino inconsapevole di lode e di preghiera a Dio, perché tutto è “M’illumino d’immenso”.

Intanto i rami delle piante delle pinete continuano il loro inno. Ora essi si uniscono a me, alla mia lode, alla mia preghiera voluta e cosciente, perché essi sentono che io so esprimere a parole, la lode che essi hanno dentro la loro linfa, e che spinge alla lode.

La mia armonia con le “cose”, quella che zampilla dalla ammirazione, è per la pianta che mi sta davanti, un “laudate e benedicete” che la travolge, me la sento sorella e fratello e ci eleviamo al Padre di tutti e di tutto, confermando l’ammirazione per la sua bontà.

03.08.15