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La curia può errare  

Papa Francesco ci indica che anche le curie sbagliano (e come!), ma che gli errori possono essere corretti. Questo può essere applicato anche nel caso della distruzione della comunità di S. Lorenzo. Francesco è una persona nuova, entrata inaspettatamente nella Chiesa di Gesù, probabilmente per rileggere la volontà di Dio, sia nella struttura della Chiesa, sia nella conduzione del tragitto dei fedeli.

Quando qualcuno erra verso di noi fino a provocare sofferenze, prima si prega per avere in noi la forza di Dio. Poi, proprio perché vediamo l’errore degli altri, subentra quel “Padre, perdonagli, non capisce quello che fa”. Poi la preghiera si trasforma in azione: “Se tuo fratello ha un debito verso di te, ammoniscilo; se non ti ascolta, chiama un testimone per la riconciliazione. Se non si riconcilia, accusalo pubblicamente!”. Evidentemente davanti all’errore non si può rimanere passivi. Infatti gli eventuali errori, anche di una curia, non si possono scambiare per “volontà di Dio”. Quindi preghiere e azioni sono richieste per affrontare gli eventuali errori, sempre affidando a Dio, che è Padre, la soluzione finale della situazione.

Gesù ci fa chiedere al Padre nostro di “liberarci dal male”. Lui stesso, quando si imbatteva in un male fisico, psichico morale, si rimboccava le maniche anche utilizzando i miracoli.

Davanti alla pervicacia delle persone (farisei, scribi, sacerdoti), non piegava la testa, ma reagiva e come! Reagendo faceva la volontà del Padre!

22.09.16