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Attivi come Gesù

Nei periodi di difficoltà, personale oppure causata dall’influsso negativo dei potenti (o di chi si crede potente comunque) su di noi, siamo consigliati o indirizzati proprio da Gesù, di affidarci a quel Dio, Padre, Creatore del cielo e della terra.

Affidarci e poi aspettare? Questa era la ricetta dei “quietisti”. Non darsi da fare e aspettare… tanto Dio fa tutto. Davanti a questa posizione la Chiesa non ha taciuto ed ha condannato la posizione dei quietisti.

Gesù è quello che faceva sempre ciò che piaceva al Padre. La risposta è compiegata nella stessa frase: “faceva” non desisteva aspettando. Fino a quando gli uomini, nella loro perversità, non l’hanno immobilizzato, Gesù operava. Si dava da fare. Sgusciava a Nazareth dalle strettoie della gente che lo voleva malmenare. Gesù, saputo che Erode voleva far man bassa di quegli scocciatori di profeti come Giovanni, si rifugia in Galilea. Perseguitato dalle “autorità religiose”, la notte va a dormire fuori Gerusalemme. Insomma Gesù confida nell’aiuto del Padre, e nella propria astuzia.

Quando il diavolo vuol farselo amico (“ti darò tutto questo!”) Gesù si oppone: egli ha ben altro da fare.

Ebbene l’affidarsi alla “volontà di Dio” non ci dispensa dall’usare i nostri muscoli e la nostra intelligenza… almeno fino a che non vengono i soldati (magari vestiti con la talare) a cacciarci da casa. Di fronte alla ingiustizia o all’ignoranza, è nostro dovere, e non solo nostro diritto, di reagire. La volontà di Dio non si allea con la passività. Dio ha umanato suo Figlio per salvare gli uomini, non per passare la vita contemplando su una colonna. Quindi attivi fino alla fine, attivi nella preghiera, nella contemplazione, nella carità, nell’aiuto ai sofferenti.

 26.02.17