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 Espansione e fuga 4

Accenniamo alla trafila dei passaggi dinamici verso una comunità conventuale viva: il vivere insieme, l’accorgerci dell’altro nelle sue capacità personali e sociali, l’amicizia sfruttando le affinità di genere, la fratellanza costruita sebbene non sempre del tutto non naturale.

E’ un tragitto laico, psicodinamico, non cristiano? Purtroppo gli spiritualisti lo affermano, denigrando la psicologia. In realtà questi passaggi, in chi crede, sono accompagnati da preghiera e si vivono come frutto squisito dello Spirito Santo. Paolo dice cose affini nella lettera ai Galati.

Quando una comunità di genere uguale, è giunta alla fraternità, che è azione dell’uomo e dello Spirito, allora resta il completamento, anche questo stimolato dallo Spirito Santo. Una comunità che si vuol bene, oltre al trattarsi bene, è pronta all’espansione nella carità verso quanti non fanno parte della comunità: opere sociali, culturali, pastorali, impregnate di fratellanza anche quando sono attività del singolo.

Chi esce da un contesto di amore, porta sempre con sé l’effluvio dell’amore. Esce dal convento non per fuggire, ma per espandere il calore conventuale.

E reciprocamente l’affetto che gode fuori comunità, donatogli da altri, egli lo ingloba nella stessa comunità. Infatti egli esporta l’affetto, lo semina, e lo raccoglie per arricchirne la fraternità. Proprio da ciò si nota se un  fratello è bene inserito nel proprio gruppo, perché l’affetto che vive al contatto con gli altri, non è sequestrato e fa parte della fuga, ma è comunicato, frutto dell’espansione, ossia dell’azione dello Spirito Santo in ogni cuore.

GCM 18.06.13