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Sofferenza inutile  

Sembra sia deciso lo scioglimento della comunità di S. Lorenzo.

Per Vicenza, fedeli e cittadini, il complesso di S. Lorenzo, è talmente incastrato nella città, da essere carne viva. Il chiudere S. Lorenzo è veramente strappare un brano di carne viva e palpitante da un corpo vivente.

Da qui il dolore. Mi sembra non lancinante in alcuni frati, ma molto doloroso per molti vicentini, credenti o no.

La notizia è stata recepita con una certa indifferenza dai frati (non tutti!), ma con molta apprensione dai frequentatori della chiesa e del convento del complesso conventuale. Le autorità civiche e ecclesiastiche sono rimaste colpite (meno quelle ecclesiastiche, a quanto si vede).

In questa situazione né autorità né fedeli e cittadini sono rimasti passivi. Si è acceso un movimento per vedere se tale imposizione, capitata all’improvviso perfino ai frati (! fraternità declamata e derisa), può essere rivista e modificata.

Personalmente la mia sofferenza è attenuata in parte, perché io rimarrò ancora in questa città, che ho eletto come “seconda patria”, dopo la cacciata della mia famiglia dall’amata Istria.

Io sono radicato. La decisione di lasciarmi a Vicenza non è stata chiesta da me, ma presa dai superiori maggiori, per i motivi che non mi sono stati comunicati. Comunque, nel pieno della turbolenza, io, anche per la popolazione, in questo frangente, rappresento un lumicino che non si estingue. Però la speranza è viva, perché siamo nelle mani di Dio, prima che nelle mani degli uomini. E che mani!

07.10.16