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Scovare la vendetta

La vendetta è in agguato. Se ricevo un’offesa, io tendo ad offendere. Se una persona mi denigra oppure ostacola il mio lavoro, io tendo a denigrarlo a mia volta, a criticare il suo lavoro.
Poi Gesù mi avverte: “Quello che volete sia fatto a voi, fatelo voi agli altri!”. E qui scopriamo la provvidenzialità degli sgarbi altrui. Infatti quando ricevo uno sgarbo, sotto sotto desidero che l’altro eviti di offendermi. Quindi ciò che desidero a mio favore, lo devo recuperare perché avvenga nell’altro. Desidero non essere stato offeso, quindi non posso offendere il mio offensore, perché se io voglio a mio favore la non offesa, non è bene che io invece offenda gli altri, soprattutto quando la mia vendetta vorrebbe offendere: è Vangelo!
È comportamento facile il mio? No: è difficilissimo, anzi “antinaturale”! Gesù va contro natura? Può darsi: almeno questo dicono molti critici per andare contro Gesù, e anche molti asceti per andare con lui.
Gesù mi indica di vedere i frutti delle mie azioni. Dentro di me arriva più pace, quando rendo pan per focaccia, oppure quando faccio agli altri ciò che desidero sia fatto a me? Il frutto è pace o è tensione per scoprire l’occasione della mia vendetta? E poi sono più consono a Gesù, se reagisco con la vendetta, oppure se reagisco “con il dono”?
Per compiere gli atteggiamenti che Gesù mi suggerisce, è necessario avere la forza di Gesù. Lui mi indica comportamenti da lui comprovati in se stesso. Se lui sì, è possibile anche a me? Sì, se io ho la stessa forza di Gesù. E qui si insinua quell’energia supplementare, però sempre a disposizione, che è lo Spirito santo.
        18.02.16