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Nobiltà del ravvedimento

La debolezza dei potenti sta nella loro incapacità di ravvedersi. Solo nel ravvedimento possono trovare la via retta. È dei potenti il proclamare che non si torna indietro, perché il dado è tratto una volta per tutte.

Nel secolo scorso abbiamo subito la potenza di Hitler. Non seppe ravvedersi né dopo le sconfitte in Russia, né dopo quelle in Italia e in Francia, con la conseguenza della distruzione della Germania e dell’Europa. Il piccolo Mussolini e il grande Mikado indietro non sono tornati, con la conseguenza di rovinare le loro persone e i loro popoli.

Quando un re decide di recarsi in guerra con diecimila soldati, contro un re che può disporre di ventimila, si astiene dalla guerra e inizia le trattative: questo mi sembra di leggere nel Vangelo. I potenti politici e religiosi non sanno ravvedersi e provocano disastri, forse anche distruggendo un convento in piena attività. Anche chi esercita un piccolo potere non riesce a ravvedersi, anche di fronte a un popolo che si lamenta o che protesta.

Ciò che avviene in modo eclatante in tutta la storia, e che ci infastidisce in modo anche doloroso, può avvenire in ciascuno di noi, quando usiamo i piccoli poteri, interni od esterni, che possiamo o dobbiamo esercitare. La sconfitta stupida dei “grandi”, ha anche il compito di farci riflettere sul piccolo potere, almeno interiore, che ciascuno può e deve esercitare. Siamo capaci di ravvederci? Capaci di riconsiderare le nostre scelte?

L’incapacità di ravvederci non è forse quella che genera nevrosi, testardaggini, suicidi?

25.01.2016