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Bontà

Nessuna persona, che è creatura del Padre, è totalmente cattiva e perversa, da non contenere una quota di bontà, in qualche angolo della sua persona. Su questo angolino è utile puntare, quando ci mettiamo in relazione con il prossimo, perché quello è senz'altro l'angolino riservato al nostro incontro con la bontà, e Dio è bontà infinita, che, nella bontà, ha creato i suoi figli.

Dio è bontà, e nella bontà degli altri incontriamo e gustiamo il Padre, fonte di “ogni” bene, non soltanto dei beni delle persone perfette. E chi è perfetto? Chi, se non solo lui, il nostro Padre, sulla cui perfezione (=Amore), siamo invitati a “essere perfetti come il Padre, che nei cieli”?

La nostra gioia si misura nello scoprire la bontà: nella natura che ci circonda e ci sostiene, e negli uomini.

Si tratta di ottimismo a buon mercato? Non so. Forse: magari! L'importante che sia ottimismo su basi solide e vere, come Dio. Dio, nonostante tutto e tutti, ha la dolce capacità di infonderci ottimismo, nella fede e nella speranza, che sono sorrette dall'amore certo di Dio.

Sembra che talvolta la bontà negli altri la dobbiamo cercare con il lumicino. Forse è perché essa sta mancando dentro di noi, e ne abbiamo perso il sentore. Chi è buono s'accorge della bontà, come chi è cattivo si accorge della cattiveria. È la storia evangelica del bruscolo nell'occhio, e della trave. Bruscolo negli altri, trave in noi.

Però Dio ci insegna, lui che è buono, e riveste di misericordia la nostra vita, per educarci, dal di dentro, alla bontà; educarci donandoci proprio il suo stesso Spirito, che è l'amore.

23.05.17