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Fiducia vera e sofferta   

La fiducia in Dio, Padre che veglia sempre sugli uomini (su ciascuno dei miliardi di uomini!) è l’unica fiducia basata sul sicuro. La fiducia nell’uomo è sempre condizionata dall’intima precarietà dell’uomo. Aspettare che l’uomo intervenga nelle circostanze difficili, avviene solo tra amici autentici. Ebbene, fidarci del Padre è fidarci di un amicissimo. Il suo aiuto è sicuro, il modo del suo aiuto non è sempre prevedibile.

Fiducia nel Padre, soprattutto quando tutte le porte si chiudono. Per Gesù le porte umane erano tutte serrate, e lui si trovava appeso alla croce. Anche lì, ancora fiducia: “Nelle tue mani raccomando la vita”. Era la vita in pericolo, anzi era spacciata, e la fiducia nel Padre perdurava.

Nelle tue mani!

Siamo sempre nelle sue mani, però nei momenti più bui, va rinnovato io ricordo, la coscienza di essere nelle sue mani.
Proprio quando le autorità religiose si accaniscono contro Gesù, egli si sente ancora più nelle mani di Dio. Sembra che, prigioniero degli uomini, Gesù sgusci via da loro per ricordarsi di vivere nel Padre.

Allora la cattiveria, la protervia, o l’ignoranza dell’uomo diventano più marcate, allora si sente più vicina e più sicura la vicinanza del Padre. La protervia dell’uomo o delle autorità religiose è acuta, proprio allora la fiducia nel Padre, si mostra più necessaria e più rassicurante.

La volontà benevola del Padre si presenta ancor più benevola, quando la protervia dell’uomo si acuisce. Allora la nostra povera preghiera si illumina della luce dello Spirito. Il pianto addolcisce lo spasimo, perché il pianto è preghiera che scorre lieve nella mani accoglienti del Padre.

29.03.17