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L’esercizio della fiducia  

La fede, che salva, ossia che rende oggi la nostra vita gioiosa e serena, e domani beata, è fiducia in Dio, nostro Padre. Fede è prima una necessità vitale, poi un’acquisizione di nuove prospettive. Ossia vita e credo.

Perciò la nostra fede è la ricerca di quelle idee e di quegli stati d’animo, che nascono nel cercare un appoggio rassicurante. Quando ci imbattiamo in una situazione o in una persona rassicurante, allora la nostra fiducia, non si estingue, ma si rafforza.

Si apprende a credere fin dal nascere, quando urge il bisogno di non essere abbandonati e ci si aggrappa, coscienti o no, a qualche “cosa” che rassicuri e plachi. La fiducia è un bisogno continuo, che viene assecondato proprio nel suo ripetersi. La vita, per continuare, si basa e si alimenta sulla fiducia. Poi da fiducia si va a nuova fiducia. Lo svolgersi della vita è un esercizio continuo di fiducia nel proprio corredo di risorse personali, e nell’appoggio della famiglia e della società.

L’incontro con Dio, quando le circostanze indicano che Lui esiste, non segue una logica e una dinamica diverse dal nostro fidarci quotidiano, e viene vissuto alimentandosi con il suo stesso esercizio. Anche nella fede a Dio, ci si deve esercitare, affinché “non venga meno la vostra fede”.

La fede e un’attività e un dono, che, esercitato, si mantiene. La “perdita della fede” è semplicemente un mancato esercizio. Se si desiste dall’attivare la fede in Dio, si allenta la fede in Dio, e o si rivolge la stessa fede ad altre fonti rassicuranti, o si giunge al suicidio. Gesù conosce il pericolo degli uomini di poca fede, lui che non sa se al suo ritorno troverà ancora fede sulla terra.

02.02.2016