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Difetti e peccati

Errore e peccato. Non è opportuno e utile confonderli. Purtroppo una corrente ascetica molto diffusa pone le cosiddette “imperfezioni” sotto la comune denominazione di peccato, almeno “veniale”.

L’errore di qualunque tipo, non solo quello grammaticale o aritmetico, non ha nulla a che fare con la categoria del peccato. Troppe persone sono invischiate nella confusione tra errore e peccato, e spesso perfino sotto le indicazioni del padre, o della madre, spirituale.

Gli sbagli comportamentali, dovuti alla indole personale di ciascuno, sono sì da correggere, se è possibile, ma non da accusare in confessione. Troppe persone (soprattutto quelle che si sono obbligate alla confessione ciclica) confessano semplici errori, e non i peccati, che si basano sulla persona di Gesù e sulla necessità dell’amore a Dio e ai fratelli, schivati, non badati, e praticamente dimenticati, principalmente per quanto si connette con l’amore a Dio.

Sì, un Dio amante, eppure trascurato. Un Gesù, altrettanto amante, ma non tenuto in conto nella sua persona. Per molti è più ovvio ricordare i precetti di Gesù, che non la sua persona, presente sempre nell’Eucarestia e lasciato là per l’intera settimana (tranne sì e no la domenica) o per un anno (eccetto a Pasqua).

Il peccato reale è un libero rifiuto della persona e della parola di Gesù, libero rifiuto che, quasi sempre, si concreta nell’indifferenza. Il peccato è un’opposizione al Padre e a Gesù, spesso non avvertita e non pensata.

26.04.16