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L’impossibile mistica

L’esperienza “mistica” è un privilegio di alcuni “santi”, oppure è un semplice vissuto del cristiano?
Per mistica si intende semplicemente lo sperimentare la presenza di Dio. Sperimentare, non solo sapere e riflettere. Da giovani ci indicavano di “metterci alla presenza di Dio”, ossia di pensare intensamente di stare con Dio, o davanti a Dio.
La fede, soprattutto indirizzata alle parole e alla vita di Gesù, ci assicura che Dio è sempre presente, in noi, a cominciare dal nostro vivere, che è vita di Dio partecipata a noi.
Noi, quindi, siamo costituzionalmente mistici. Sotto questo riguardo, ogni persona, cristiana o non, è inserita in un contesto mistico. Se ci appoggiamo nella profondità di noi stessi (inconscio?!), là si manifesta più chiaramente il nostro essere di Dio. La vita mistica è questo “accorgerci” di Dio, e gioirne intensamente.
Forse questo ci aiuta a capire come i mistici (cosiddetti) nelle diverse culture religiose, sono affini nel loro vivere e nel loro esprimersi. Non privilegi, ma doni, semplicemente accolti.
Vivere il mio Dio vivente in me, nella mia interiorità. Gesù è stato così buono con noi, che nella sua vita ci ha indicato semplicemente come si vive la mistica: la sua vita, la sua bontà, il suo caro e sublime parlare, il suo curare gli afflitti, tutto è espressione del suo vivere in Dio e di Dio. Gesù non è sublime per se stesso, ma per tutti, perché lui è la “via”.
Mistica è esperienza in noi della bontà di nostro Padre. Gesù ci incita a essere misericordiosi come il Padre. Questa sarebbe un’indicazione azzardata: noi come Dio! Impossibile! Eppure a Dio tutto è possibile, a quel Dio, che non ci guarda da lontano, ossia da un assurdo Olimpo; ma è in noi, con noi, è il nostro vivere. Per lui, in noi, come in Maria, nulla è impossibile.
 29.12.15