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Sorridere

Trovo molte persone che quando, parlando, si incontrano con  una frase lepida o sorridente, la scambiano per un’offesa. Sono persone che sorridendo (se sorridono) sanno soltanto colpire, e non rallegrarsi per e con le battute di spirito.

Altre persone (o le stesse), davanti ad una trovata lepida o sorridente, si sentono sempre colpite e non riescono semplicemente a sorridere e anche ad apprezzare la battuta per l’intelligenza che vi sottostà.

Siamo in un mondo di aggressività. Il sorriso è più difficile della risata, e spesso la risata uccide il sorriso. La risata, non infrequentemente, diventa becera; il sorriso spesso è intelligente e gentile. - Si sorride, perché il cuore è illuminato e gentile. Si ride, troppo spesso, perché “la pancia” si muove.

Spesso dove domina la pancia, in tutte le sue dimensioni e in tutti i suoi significati, il cuore si arresta. La passione si desta e si scatena, il cuore si raffredda. E’ una continua specie di adesione alla prostituzione.

S. Francesco parlava di letizia, dopo la sua conversione. Prima di essa, era un “giovane brillante”, che scorrazzava con i compagni a fare il bullo nelle piazze di Assisi. Quel bullismo che era nascosto nella pudibonda definizione di “allegre compagnie”.

La letizia, anzi perfetta letizia, Francesco la ritrovava perfino quando fosse stato maltrattato, come troviamo scritto nei “Fioretti”. Maltrattato, poteva senz’altro provare letizia, ma non poteva ridere, almeno non più come nella giovanile prigione dell’irresponsabilità.

Letizia è anche la quarta domenica di Quaresima.

GCM 2014