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Fede

Sappiamo che il desiderio di amare è già amore.

Il desiderio di amare Dio. Il mio desiderio è già una spinta d’amore. Ciò vale anche per la fede: il desiderio di credere è già fede, forse incipiente, ma è vera fede.

Infatti quando i discepoli chiedono a Gesù di “aumentare” la loro fede, Gesù risponde: sfruttate quella che già avete, sebbene essa possa essere minuta come un semino di senapa.

I discepoli chiedono l’aumento. Sono come quelle persone, che per non operare, aspettano che gli venga la fede, e intanto oziano, dispensandosi dall’operare. Forse a queste persone si rivolge l’apostolo Giacomo, quando afferma che la fede senza le opere è morta. E poi insiste: tu dici di avere fede ma non operi, io invece, quando vedo le opere, da questo desumo chiaramente che c’è la fede.

L’aumento di fede, presuppone che la fede possa essere misurata, come la merce dal pizzicagnolo. Gesù cestina questa idea: lui sa che la fede in Dio o c’è o non c’è. Sono le opere conseguenti che possono essere moltiplicate e quindi crescere. Forse l’aumento della fede, si può vagamente desumere dall’aumento delle opere. Le opere sono visibili e constatabili. Però sia la fede che le conseguenti opere irrorate dalla fede, sono “frutto” dello Spirito. E le “misure” dello Spirito le conosce solamente Dio.

Per superare la brama di conoscere la nostra fede, l’unico atteggiamento è quello della Madonna: “Avvenga a me secondo la tua parola”. Ossia l’abbandono nelle mani del Padre, abbandonando ogni pretesa di “costatare i nostri successi spirituali”.

E’ sempre bello guardare Dio, e lasciar perdere ogni narcisismo.

GCM 07.10.13