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I vizietti

L’invito di Gesù è chiaro: badare più a ciò che esce dal nostro cuore, che non a ciò che entra nella nostra bocca. L’uomo, quando è lordato, non è inquinato dall’esterno (cibi impuri, per decisione religiosa, come il maiale), ma dalla tenebra del proprio cuore, capace di sfornare una moltitudine di vizi e di cattiverie.

Purtroppo la nostra società spende miliardi per i prodotti favorenti l’estetica corporea, ma spende (e guadagna) altrettanti miliardi per sollecitare ai vizi della gola, del sesso, della pornografia, dell’ambizione e dell’orgoglio. Viviamo dentro una società (e spesso dentro una legislazione) capovolta di fronte al Vangelo.

Nel tratto del vangelo di S. Marco, nel quale sono riportate le parole di Gesù sulla purezza, sull’igiene interiore, sono citati fiore di vizi, dei quali la nostra “civiltà” si vanta. Val la pena citarli, per indicare da che cosa ci dobbiamo pulire per conseguire una vera igiene. Eccoli:

Propositi perversi (quindi non solo azioni perverse, ma le radici della perversità).

Questi propositi si dirigono all’impurità, ai furti, agli omicidi, all’adulterio, all’avidità, alla malvagità, all’inganno (oggi la truffa è uno sport diffusissimo), alla dissolutezza (certi “spritz” che vanno oltre), all’invidia (spesso camuffata da lotte per la giustizia), calunnia (le mormorazioni che indicano cordiali opposizioni al prossimo, sono sempre scevre da calunnie?), superbia (c’è anche una superbia di razza, nutrita da chi frequenta la chiesa), stoltezza (esaltazione di valori, che si oppongono a Dio). (Mc 7, 14-23)

Gesù alla fine di questa numerazione di perversità, chiosa: “Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno, e rendono impuro l’uomo!”. La nostra è una società pura?

12.02.14