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Perdono

Una usanza, riportata anche nell’Ufficio delle Ore a compieta, indica di compiere la sera un esame di coscienza.

Quando si è giovani, ci si esamina circa i peccati commessi e circa le omissioni, per pentircene. Quando si è anziani, si ci esamina e, con dolce meraviglia, si scopre che, durante il giorno, si è compiuto ancora qualcosa di bene. Da giovani ci si pente, da anziani si loda e si ringrazia.

Comunque l’indicazione dell’esame di coscienza è indirizzato a chiedere perdono a Dio, per superare, nella sua misericordia la nostra colpa.

Il perdono della sera per rendere serena la nostra notte.

Il perdono della sera tra i coniugi, tra fratello e sorella, tra confratelli, e non solo il perdono individuale tra il singolo e Dio.

Perdonarci prima di dormire. Le nostre giornate non sono mai trascorse in piena armonia con i nostri fratelli, sorelle, coniuge. Qualche divergenza, o qualche screzio, qualche critica, qualche recente o vecchio risentimento, si sono, fatalmente, rinnovati durante la giornata.

E giunge finalmente il placamento fisico, psichico e spirituale della sera. Sera come ritorno in famiglia. Allora è il tempo del perdono reciproco, nell’amore.

Chiedere perdono a Dio e perdono al fratello, battezzato e figlio di Dio, come noi. Fratello, perciò partecipe del grande perdono della Chiesa di Gesù, dove Dio ha tesorizzato il suo perdono.

Ed ecco avverarsi la meraviglia! Se il mio fratello mi “perdona di cuore” (come suggerisce Gesù), allora Dio mi perdona attraverso il fratello. Il perdono deve essere perdono, non vuote frasi come “Sì, non è niente”, “non ti preoccupare”... frasi che non vengono dal cuore, ma dal cervello.

GCM 10.04.13