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Diletto in Dio

Il dialogo di oggi si aggira attorno all’argomento “morale cristiana”. Non dirò cose nuove, ma comunico ciò che io sto riandando, e lo partecipo ai miei familiari.

La morale cristiana è semplicemente una esigenza d’amore. Infatti la fede in Gesù, sulla quale si impernia la nostra vita, ci introduce nella sua famiglia, perché chi “ascolta la mia parola mi è fratello, sorella e madre”. Introdotti nella famiglia di Gesù, siamo automaticamente introdotti nella famiglia trinitaria.

Orbene, ogni famiglia si regola secondo norme, proprie della stessa famiglia. Perciò la “morale cristiana”  (nome un po’ pomposo e accademico) null’altro è che le norme della famiglia in Dio, che si è unita nell’amore.

La morale cristiana non è una legge (qualcuno parla della legge di Cristo), ma un’esigenza di famiglia di Dio, esigenza a non perdere l’accoglienza e il rifugio. È una capacità di sentire in noi le stesse esigenze di Gesù.

Paolo: questo sentiamo in noi, proprio come sente Gesù in sé. Quindi è questione di amore, non di disciplina. È affetto, non legge.
Infatti quando noi sentiamo “alla Gesù”, ci accorgiamo di quanto è leggero il suo carico, più leggero di qualsiasi legge umana, anche di quella dichiarata permissiva.

Solo la “dolcezza dell’abitare nella casa del Signore” spinge ad armonizzarci con Dio: quello che Gesù presentava come “volontà del Padre”.

28.01.14