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Dio educa sempre

Mi riferiscono di una madre, che manda il figlio a ripetizione, perché non ha pazienza per seguirlo nello studio. Ovviamente la ripetitrice pagata, esegue i compiti al posto del bambino. Questi è neghittoso, non capisce nulla, e in classe molesta i compagni.

La madre si fa sostituire, perché può pagare la ripetitrice. E così la ricchezza snatura il compito della madre, e favorisce l’ignoranza del figlio. Ricco forse, ignorante sicuramente.

Io, da piccolo, a casa eseguivo da solo tutti i compiti, perché la mamma, pur presa da molte faccende (otto figli), stava vicina e mi diceva: “Leggi a voce alta, perché così imparo anch’io!”. Eravamo poveri. Era sufficiente la presenza della madre per farmi sentire appoggiato nello studiare. Finito di svolgere il compito, via di corsa a giocare.

Per essere buoni educatori non occorre la laurea in pedagogia. La vicinanza, di per sé, educa.

Gesù educa con la vicinanza: “Voi siete con me fin dal principio!”. “Vieni dietro a me, e ti farò pescatore di uomini”. “Le mie pecore odono la mia voce e mi seguono”.

E per assicurare per sempre la sua presenza educativa, ecco l’Eucarestia e lo Spirito Santo. Perché lo Spirito Santo non solo rivela la verità di Gesù, ma anche “conduce (hodeghèsei, Gv 16,13) verso la verità totale”. L’opera di Gesù, dopo la Risurrezione, è opera di “formazione permanente”: così oggi si indica l’opera educativa degli adulti e degli anziani, quasi per nascondere il fatto che devono sempre sottostare all’azione educativa.

Noi, davanti a nostro Padre, siamo sempre nella condizione di dover essere educati, fino a diventare “bambini”. Addio orgoglio?

GCM 07.05.13