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Il cacciavite medita

Sto per usare un cacciavite per allentare una vite, che sorregge un quadro. Se la vite penetra meno nel muro, il quadro aderirà meglio alla parete con tutta la sua superficie, e sarà più stabile. Ossia: indebolire una vite per rinforzare la stabilità complessiva.

E’ un banalissimo esempio del “quando sono debole, è allora che sono forte”.

La stabilità del quadro è rafforzata dalle spinte più numerose. Così, pure, una parete si rinforza in stabilità, se oltre ad avere una base sicura, è rafforzata dalla spinta delle lesene.

Le indicazioni di S. Paolo e le leggi della dinamica si affiancano. Vangelo e natura hanno lo stesso Dio per autore, perciò sono retti dagli stessi criteri. Somiglianza o lontana contiguità? Caso o leggi universali, nell’uomo e nella natura?

Gesù conosceva queste equivalenze? Sembra proprio di sì. Che cosa sono le parabole del Vangelo, se non trasferimenti di similarità dal visibile al Regno di Dio?

Il rimando dall’uno all’altro, sembra avesse, per Gesù, una immediata facilità.

Da ciò che lui vedeva, passava naturalmente a ciò che lui desiderava che gli altri, soprattutto i semplici, vedessero.

L’intima dinamica, che aiutava le persone, era la stessa, solamente spostata di livello. L’uno e l’altro livello erano all’’interno dell’uomo e del creato. Di essi ci si serve per la nostra salvezza.

L’indebolire per rinforzare è anche alla base di ogni penitenza, di ogni esercizio: fisico (stanchezza) e psichico (umiltà). L’equilibrio non si raggiunge premendo solo da un lato: indebolire per restare deboli (depressione), rinforzare per restare forti (megalomania). Insomma vige sempre la dinamica di prendere la croce, per seguirlo. Per aspera ad astra.

GCM 24.11.13