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Leggi e sanzioni

Le leggi civili, tutte, in ogni parte del mondo, non si fidano della coscienza dei cittadini. Anzi danno per scontato che, non fidandosi della coscienza, è indispensabile far leva sulla sanzione, ossia sulla paura del castigo.

Certamente i legiferanti temono di tirare in ballo la coscienza, perché essi stessi sarebbero coinvolti, e perché vogliono evitare lo “stato Etico”, ossia uno stato che detta e impone leggi morali.

Ed ecco le evasioni. Se le leggi non obbligano in coscienza, possiamo disattenderle, tanto più che le sanzioni arrivano quando arrivano.

Subentrano poi i causidici e i moralisti, i quali indicano come disattendere le leggi, ma con le mani pulite. Una congiura della morale  e del diritto contro l’obbligatorietà e l’osservanza delle leggi.

La situazione di sottrazione alle leggi è drammatica, quando, per rispettare la propria coscienza, si è obbligati a non osservare le leggi. Il caso limite è indicato dai martiri cristiani, che si sottomettevano alle leggi di ordine pubblico, ma si opponevano alle leggi di indole religiosa. Inosservanza totale, fino a subire il martirio.

Si sottolinea allora la obiezione di coscienza. Obiezione che si estende non solo al servizio militare, ma anche alla fiscalità economica, quando essa si oppone alla coscienza. Le tasse e i contributi versati ad uno stato assolutista o ateo, si possono in tutto o in parte omettere?

Quanti problemi nascono, quando si trascura la sollecitazione della coscienza! A Gesù viene chiesto:”E’ lecito pagare il tributo a Cesare?”.

GCM 18.06.13