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Convalescenza spirituale

Esiste una convalescenza interiore o, se vogliamo, spirituale?

Dopo una malattia, lieve o grave, l’organismo si riprende lentamente, fino a ricuperare tutte le forze.

Avviene altrettanto, dopo un qualsiasi trauma emotivo: insuccesso, morte di una persona cara, umiliazione cocente. La psiche si ricompone lentamente, e fa sorridere quel “mettere una pietra sul passato”, come se si trattasse di una tomba. E anche quel “chiodo scaccia chiodo” applicato alle delusioni amorose.

Le riprese dopo una botta, perfino dopo una martellata, sono lente, richiedono tempo.

Ma le cadute spirituali, come il peccato o la perdita di fervore, hanno un periodo di convalescenza? Possiamo desiderare, dopo la disgrazia del peccato, la rimessa in piena efficienza, come un misirizzi?

La grazia, si diceva una volta, non si oppone alla natura, ma la aiuta. Anche la grazia, l’aiuto di Dio, è accompagnata da quel “d’ora in avanti non peccare!”.
E’ vero che la convalescenza spirituale, vanta un ricostituente molto energico: l’Eucarestia e lo Spirito Santo. Ma tale ricostituente prima di tutto non è magico, tanto da fare tutto da solo, e poi la frequenza all’Eucarestia, per produrre frutti, deve essere frequenza, non può ridursi ad una comunione annuale.

La convalescenza spirituale richiede, ovviamente, umiltà e costanza, come ogni convalescenza, a pena di ricaduta.

Anche la convalescenza spirituale, si materia di fede nello Spirito di Dio.

GCM 21.06.13