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Ricerca di spiritualità

Nella tradizione cristiana si muovono un’infinità di correnti di spiritualità. Perché mai molti cattolici, per vivere la spiritualità, si rivolgono a tradizioni e a spiritualità orientali?

Con tanto pane in casa (lo Spirito stesso di Dio, che si offre tramite la Chiesa) perché rivolgersi a cibi stranieri?

Il bisogno di spiritualità, in una società del benessere fisico, economico, materiale, è crescente. Una sete sempre più intensa in un deserto sempre più arido, perché sempre più ricco.

Forse la disinformazione? Il non credere più a Colui che dice: “Gente assetata venite da me”? Forse la sfiducia in una comunità cristiana occidentale, troppo esposta come potenza (anche spirituale!) e come autoesaltante? Potenza: quindi temuta. E il timore non favorisce la dolcezza dell’abbandono nella spiritualità.

Forse le chiare esigenze etiche, spesso rifiutate perché rigide? Mentre certe spiritualità alternative sorvolano su alcune esigenze etiche (talvolta soltanto genitali), e puntano sul sentire, sull’attenzione a se stessi, ai propri sentimenti e alle proprie emozioni.

Ricerca seria o, almeno in qualche caso, evasione da obblighi reputati troppo pesanti?

Forse i cattolici “orientalisti” non  sanno che proprio la spiritualità (vivere davvero lo Spirito Santo) rende “soave il giogo e lieve il peso” di un’etica voluta da Dio, e perciò unica capace di salvare con energia propria.

In Gesù troviamo l’armonia tra l’obbligo e la soavità. Gesù promette pace e salvezza a coloro che, come lui, fanno la volontà del Padre.

GCM 13.06.13