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La scorciatoia

Gesù, grazie al comportamento di una prostituta, ci ha indicato una sublime e possibile scorciatoia. Scorciatoia a che? Alla nostra semplice unione con Dio.

Sappiamo che l’unione con Dio è ostacolata dal peccato, da tutto ciò che ci sottomette all’ombra del peccato. Le inosservanze, soprattutto per i religiosi, sono infinite. Non solo le azioni peccaminose (le più facili ad essere superate ed evitate), ma i sentimenti, le ambientazioni, le invidie, il possesso dei beni, le relazioni con l’ambiente, con la natura, ecc. Sono tutte possibili occasioni di trovarci opposti a Dio.

“Chi mi libererà da questo corpo di morte?” si chiede anche S. Paolo. E noi ce lo domandiamo ogni mattina e ogni sera, e ogni volta che tentiamo di raccoglierci nel silenzio.

Molte correnti ascetiche, cristiane e non cristiane, indicano vie per liberarci dai nostri pesi. La mortificazione, la penitenza, le opere di carità, il silenzio buddista, i bagni nel Gange induisti, il pellegrinaggio alla Mecca, le vittime uccise, tutto un cumulo di azioni per uscire dalla tenebre di “questo corpo di morte”!

Gesù indica la strada: “Se non vi convertirete, perirete”. Convertirsi non è flagellazione, ma “credere al Vangelo”: voltarsi dalla parte della gioia (Vangelo: eu-anghelion!). Il modo migliore di entrare nella gioia? l’amore!

L’amore a Gesù è la scorciatoia seguita dalla prostituta: “Le viene perdonato molto, perché ha amato molto!”. l’amore vince ogni penitenza, permette di sentirsi liberi pur attraversando una selva di insidie. Quando vogliamo trovarci dalla parte di Gesù, anche durante il sacramento della Riconciliazione, non cerchiamo di vedere quanto siamo pentiti, ma quanto amiamo.

GCM 11.08.13