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Fede incrollabile

Esiste una fede incrollabile? Una fede senza momenti di buio e di ateismo? Una fede da angeli?

Se accettiamo di avere una fede traballante, ci troviamo più sul nostro. Per la fede, credo che avvenga come per la preghiera. Paolo ci avverte che noi non abbiamo coscienza di che cosa chiedere, però lo Spirito in noi chiede con accento delicatissimo, non udibile.

Come la preghiera, anche la fede in Gesù e nel Padre, è un dono dello Spirito. Come la nostra preghiera si fa opaca, così la fede nostra è attraversata da strie di incredulità. Ci salva la presenza attiva dello Spirito, che nutre la fede per noi.

La presenza dello Spirito ci consola, anche quando sembra che tutto sia perduto. L’inizio della fede, che è abbandono a Dio, è appunto abbandono fiducioso allo Spirito. A noi resta soltanto il compito di nutrire una fede come un semino di senapa. Talvolta, questo semino è rappresentato dalla semplice tristezza, dal rimpianto di non avere fede.

Di fronte all’ateismo, che nasce dal buio del cuore umano, il non credente si accontenta (se si accontenta!) di non aver fede, invece il credente ne soffre la mancanza. Il non credente si dà pace, il credente non si dà pace. Uno ride, l’altro piange.

Questo pianto è l’inizio sicuro della stessa fede.

Accettare che tutti noi possiamo entrare nella zona di buio, è riconoscere che il credere è una facoltà nostra non rinunciabile, ma anche che solo lo Spirito la attiva: essa, sotto questo aspetto, è confermata essere lo stesso dono di Dio.

La fede incrollabile è la pretesa chiara del nostro egoismo; la fede incerta è stimolo a fidarci solo di Dio.

GCM 18.06.13