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Luce e tenebre

In ciò che sto per scrivere pretendo di conoscere troppo. Perciò il mio pensiero è solo ipotetico.

Sono partito dalla Genesi. Lì si parla della luce, che non è generata da nessuna fonte. Dio in principio “crea” la luce, e in altro “giorno” crea sole, luna, stelle. La luce è vita.

La differenza tra Bibbia e gnosi è decisamente in quel “creare”. Per la gnosi, soprattutto in quella siro-egiziana (che si differisce da quella iraniana, la quale più tardi riemergerà tra i mandei e i manichei), si afferma l'esistenza di una luce primitiva, data per esiste in sé. Per la Bibbia la luce ha una fonte: Dio creatore, non si può dare un'esistenza di luce, quasi un Dio ignoto, da sempre, imprincipiata.

Nell'Antico e nel Nuovo Testamento, termini, frasi, concetti, spesso sono mutuati dalla gnosi, ma la loro collocazione è sempre posta in Dio e in Gesù (soprattutto nel linguaggio di Giovanni).

E da dove il male (la tenebra) se Dio vuole la luce? Per tutti gli antichi le tenebre sono un mancare, un deficit di luce, una “caduta” dalla luce.

Anche Plotino, influenzato dalla gnosi, parla di questa “caduta”. Nel linguaggio descrittivo della Genesi, si racconta della felicità iniziale dell'Eden e, proprio in esso, della caduta di Eva e di Adamo.

Forse ritroviamo, sebbene sotto uno schema diverso, anche nell'astrofisica qualche cosa di veramente analogo. In inizio del cosmo il big-ben è uno scoppio di “sola” energia, ma per un processo particolare, anche l'energia si “trasforma” in materia. Il tutto sotto la mano dello stesso Creatore.

22.06.16