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Affermazioni

       Gloria al Padre… è una lode o un riconoscimento? O tutti e due? Se è una lode, che noi rivolgiamo a Dio, è ben poco ogni nostra lode, espressa da piccoli uomini all’immenso Dio.

È un riconoscimento della grandezza di Dio (quelle poche persone che ancora rammentano qualche scampolo di latino, sanno che un caso dativo accompagnato dal verbo essere non è altro che un complemento di possesso, sia se il verbo essere è espresso sia se è sottinteso). Quindi “Il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo posseggono la gloria!”. Tant’è vero che poi si dice: “come era all’inizio, ora e sempre”, ossia nell’eternità. È un riconoscimento, che genera felicità e lode.

Così la formula della dossologia (parola di gloria), alla messa: “Attraverso Gesù, con Gesù, in Gesù, il Padre e lo Spirito Santo posseggono ogni onore e gloria”. Ogni: tutto l’onore e la divinità. È un’affermazione, eccitata dalla fede, che riconosce la grandezza eterna (ossia: nei secoli dei secoli) di Dio.

Le dossologie come “Gloria a Dio nell’alto dei cieli” non sono nostre attribuzioni lodanti Dio, ma sono riconoscimenti a Dio, che si adora, si loda, si ringrazia.

È l’entusiasmo per la scoperta, grazie alla rivelazione e alla fede, della magnificenza immensa, infinita (gloria immensa!) di Dio. Le dossologie sono esplosioni di felicità nell’ammirare Dio, non sono preghiere, ma inni, dopo dei quali e grazie ai quali, segue la preghiera, come avviene nella Messa.

07.05.16