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Dio segreto e veduto 

Dio è patente, luminoso, chiaro, oppure esiste sempre il “segreto di Dio”?

Certamente cercare nel Vangelo una ideologia, che chiaramente indirizzi ogni nostro agire e sentire, non è possibile. Di Dio noi vediamo delle orme, non la figura. Se vedessimo la definizione di Dio, saremmo l’impossibile: ossia Dio stesso.

Dio è, ed è il suo “mistero”, mistero che, quando vorremmo decifrarlo, siamo avviati verso colui che è riflesso di Dio per noi uomini, l’uomo Gesù Cristo. E Gesù non ha mai definito Dio, ma reso presente il suo mistero. Nonostante le tenebre (dotta ignoranza), la luce di Dio illumina ogni uomo, che viene in questo mondo. La mia fede (fede della Chiesa) mi pone al confine tra le tenebre che io rifiuto, e la luce che solamente intravvedo. Dalle tenebre mi tiene lontano la paura, verso la luce mi conduce il desiderio unito alla speranza.

Il mistero ci attrae, ci affascina fin da piccoli, quando scopriamo il mondo, che si presenta e che non “sottomettiamo” con la scienza, con la filosofia, con la tecnica. E nell’adolescenza, se non guastata, ci attrae il mistero del sesso, di quello dei nostri simili e di quello dell’altro/a. Il fascino dell’ignoto domina la vita e il sapere.

Ma l’ignoto non è di un solo tipo. L’ignoto naturale può a poco a poco svelarsi, grazie alla ricerca molto varia, nella scienza, nella scoperta, nella costatazione. Ma l’ignoto che supera la sfera naturale, non è svelabile, se esso (o Lui!) non si affaccia. L’affacciarsi dell’ignoto soprannaturale si presenta sempre (e non può essere diversamente) come mistero. Mistero reale, presente, ma non afferrabile, se non dalla fede.

10.11.16