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Dio è grande

Un ingegnere, scherzando, una volta mi diceva: “Quanti secoli Dio ha studiato a tavolino, prima di creare il mondo, così complesso e così funzionante ancora dopo millenni!”.

È l’ammirazione di un tecnico programmatore.

Un’ altra persona, in modo più diretto, senza tanti fronzoli, esclamava: “Laudato si’, mi’ Signore, per tutte le tue creature!”. Questi vedeva tutta la creazione, che prega davanti a Dio suo creatore.

Il primo e il secondo si perdevano nello scoprire l’opera immensa di Dio. Il primo con l’intelletto, il secondo con il sentimento poetico. Ognuno dolcemente oppresso quando, superando i limiti del proprio egoismo, si lanciava nel pieno dell’esistenza del creato.

Ammirare il creato si risolve sempre in preghiera. Quella preghiera che sgorga spontanea, appena ci si sporge, anche solo un po’, fuori di sé.

Chi si è chiuso in sé (talvolta anche in pensieri intensi) si chiude alla gioia, per infangarsi in un solipsismo, che potrebbe anche sfociare nel suicidio. Il continuo ripiegarsi in se stesso conduce a vedere la nullità del nostro inutile esistere. L’umiltà è diversa: l’umile non è chiuso dentro di sé (tranne nei casi di quella che dicono l’umiltà pelosa), l’umile si “confronta”, non con gli altri, che trova simili a sé, ma con Dio, il Padre veramente Altro, eppure veramente nostro. L’umiltà nasce dalla vicinanza, sentita, accolta, gustata, con il Padre. L’umiltà nasce dal lasciarci esaltare da Dio, viene dal saperci e dal sentirci santi. L’umile non nega la propria santità, ma la vede sempre come dono di Dio, irruenza dello Spirito Santo nel suo cuore.

L’umile esce da sé, e scopre che Dio è entrato in lui.

 09.01.16