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La confidenza  

Confidare al Signore i nostri affanni, ed egli ci guarirà. Resta poi la nostra sospensione, che è suggerita dal “Come ci guarirà?”. Qui è l’incaglio, che può aumentare la confidenza, oppure la fa franare.

La fiducia e la speranza nel nostro Padre, non si esauriscono nel pensarle e neppure nell’ammetterle, ma nel “buttarci”. Buttarci a occhi chiusi nelle misteriose braccia del Padre. Il che, per noi paurosi, non è troppo agevole, seppure è necessario. Talvolta non riusciamo neppure ad abbandonarci al sonno, l’abbandono a Dio, pur essendo di qualità diversa, non raramente si affianca al nostro non riuscire ad abbandonarci al sonno.

Il bambino spontaneamente si abbandona nelle braccia della madre dopo la poppata, però quell’abbandonarsi l’abbiamo obliterato da tempo… ossia da quando ci siamo dimenticati di essere anche bambini, perché preoccupazioni o rancori o sofferenze turbano i nostro sonni. Eppure la guarigione sta proprio nel nostro riprendere l’abbandonarci (con gli ipnotici?). e proprio nell’esercizio dell’abbandono a Dio, si consolida la nostra speranza e la nostra confidenza.

Sicuramente in un bagno sociale dove la stimolazione “a fare o a drogarci) è continua, è fatale il perdere la consuetudine all’abbandono, e, quindi, l’ostacolo alla speranza.

Fortunatamente lo Spirito Santo è vivo e attivo anche in una società esagitata come la nostra. La preghiera a lui, si trasforma in inizio di confidenza e di abbandono. La fiducia nello Spirito ci conduce a rivivere la speranza e… l’abbandono confidenziale.

16.03.17