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Desiderio di unità

Ieri sera siamo stati partecipi di un incontro tra islamici e cattolici sul tema della pace. Il partecipante islamico ha sottolineato gli aspetti della pace costruita, aspetti condivisibili dai cristiani, secondo l’aspetto morale e ascetico. Coltivare la pace interiore, per essere in grado di esportarla tra persone, tra gruppi e tra religioni.

Udendo il musulmano parlare di pace nei riguardi dell’uomo e di Dio, mi saliva alla mente spontaneo il dire: “Piuttosto che dieci cattolici tiepidi e miscredenti, meglio un musulmano fervoroso e credente”. E in cuore mio saliva spontaneo: “Peccato che non accettino gli islamici Gesù nella sua totalità! Se lo accettassero, il loro fervore salirebbe alle stelle!”.

Poi mi sono domandato: “Perché non offro loro, quel Gesù, che è salvatore di tutti! Offrire vivendo Gesù per loro e con loro. Come io posso e debbo pregare anche per i miei fratelli cristiani, posso pregare e vivere Gesù, per i miei fratelli e figli di Dio, i musulmani. Questo è un modo per attuare l’osmosi di bene e di grazia fra tutti gli uomini di buona volontà, quelli (e sono tutti) che Dio ama.

Questo non è irenismo di facile situazione sentimentale, ma desiderio e azione concreta (cioè preghiera) di unione nel Dio di Gesù. La preghiera unisce, spesso i dogmi dividono. La preghiera ci scopre uniti nell’unico Dio, mentre quando parliamo di lui esprimiamo non la sua “essenza”, ma le nostre ipotesi. Dio non sta nelle ipotesi, ma in se stesso. A noi, di lui, trapela quello che di sé Dio vuole rivelare, o con gli angeli o con il Figlio.

Ma comprendiamo quello che Lui dice?

 23.10.15