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Pietra divina

Tu sei Pietro, dice Gesù a Simone di Giona.

Non è un nomignolo da celia. Pietra, ossia roccia, resistente forte. Una casa con le fondamenta sulla roccia è incrollabile. Perfino Dio è roccia, roccia per la sicurezza e per le fede del suo popolo.

Il contesto, nel quale Gesù pronuncia quella frase che sostituisce il nome di Simone, è molto significativo.

Gesù è arrivato al momento, nel quale vuol essere conosciuto chiaramente dai suoi: “Chi dite che io sono?”. Pietro si lancia e afferma: “Tu sei il Figlio di Dio!”. Ossia la divinità ti è propria. Gesù è riconosciuto da Pietro per ciò che è davvero nel suo intimo: Figlio di Dio.

Gesù spiega: perché tu, Pietro, sei arrivato a tanto, ossia a costatare in me la divinità, ciò significa che sei stato elevato al livello, dove solo chi è illuminato da Dio può arrivare.

Salito sul piano della divinità, dal quale soltanto può essere riconosciuta la divinità, Simone è visto da Gesù nel suo essere stato elevato nel piano di Dio: “Tu sei Cefa, Pietra, Pietro!” Ossia ormai appartieni all’ambiente stesso della “Pietra di Israele!”.

Gesù sapeva che la sodezza della personalità di Pietro, non si basava sulla sua struttura umana (“Questa notte mi rinnegherai tre volte”: è il regno della paura). La saldezza divina di Pietro, era opera solo di Dio.

Perciò Gesù afferma che su questa pietra (ossia sulla presenza di Dio in Pietro) edificherà la sua chiesa. Pietro è base, non per i meriti e le qualità di Simone, ma per l’irruenza e la stabilità di Dio in Pietro.

Il desino di Pietro, è quello di noi tutti: esser permeati di divino, per aver noi riconosciuto Gesù come Figlio di Dio.

GCM 30.06.09