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Gesù in noi

Non è cosa da poco ricevere Gesù Eucaristia, lasciarci invadere da lui, che ci introduce nel seno della Trinità. L’adorazione entra in noi, non come un semplice atto d’amore o di sudditanza, ma come azione di Dio verso Dio. Lo Spirito, che sempre accompagna il Risorto, in noi (come? solo Dio lo sa!) è unione di amore, dedizione totale del Figlio e dei figli al Padre.

Adorare è sì nostra immersione nella profondità e nella grandezza di Dio, ma con Gesù in noi, è circolazione Trinitaria, è reciproco donarsi e incontrarsi delle tre Persone divine.

Come? Se il cercare “come” è semplice curiosità, la risposta verrà dopo, durante la visione. Se è meraviglia, diventa contemplazione silenziosa e gioiosamente oscura. Se è sfida incredula, è attesa, faticosa e triste, di un incontro, come fu la sfida di Tommaso, dopo la Risurrezione. Gesù Risorto era la risposta concreta a Tommaso, che con Filippo, chiedeva che gli fosse mostrato il Padre.

Anche il “come” della sfida, è guardato da un Dio, da un Gesù che ama.

A noi la gioia viene dal sapere, dall’intuire semplicemente che “è vero”. E questa intuizione riempie e allarga il cuore di contemplazione.

Perciò il sostare con Gesù Eucaristia entrato in noi, perché mangiato, non è un momento di preghiera immaginata o pronunciata, ma è il silenzio che sgorga dal viverci sprofondati in Dio.

Allora, mentre le labbra sorridono, ci esce dal cuore solo un grazie. Grazie per il dono e grazie per il contenuto del dono. E attesa: lo vedremo e il nostro cuore gioirà.

GCM 22.08.09