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Benedetto Dio!

Benedetto è Dio. Così si inizia la preghiera di Paolo, nella Lettera agli Efesini.

E’ l’uomo, che benedice Dio? Questo si potrebbe ipotizzare, se si traducesse il greco, che manca del verbo, con un “benedetto sia Dio”.

Se invece si afferma “Benedetto è Dio”, allora si riconosce umilmente e gioiosamente che Dio è il benedetto.

L’uomo può benedire Dio, o almeno desiderare di benedirlo?

L’uomo riceve la benedizione da Colui che è benedizione, che è il benedetto per natura. Può benedire Dio, quasi come eco della benedizione divina? Benedetto da Dio, l’uomo ritorna a Dio con la propria benedizione, che però non è opera del mero uomo, ma opera dello Spirito, perciò della circolarità di vita nella Trinità.

Se io pretendessi di benedire Dio di mio, cadrei nel pieno fallimento. Se io, figlio di Dio, mi affido all’azione dello Spirito Santo e mi concedo a lui, allora la mia benedizione, pur essendo mia è assunta dallo Spirito Santo in proprio.

Vedendo la realtà sotto questa luce, io posso benedire Dio, perché è una delle azioni dello Spirito, che prega in me con accenti indescrivibili.

Allora  mi si fa più chiaro perché il latino e l’italiano dipendente dal latino, traduce quel “sei stata graziata” rivolto a Maria, con un “piena di grazia”.

Chi è “graziato”, ossia riceve il dono di Dio, riceve semplicemente Dio, perché Dio è la grazia che si dona. Avendo ricevuto Dio, si è pieni di Dio. Perciò Maria è piena di grazia.

Ne consegue che la grazia, il Dio ricevuto, diventa, in noi, dono. Dono agli altri nella beneficenza, dono a Dio nella lode e nella benedizione.

                               GCM      23.04.09