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Preghiera di tutti

Abituati al continuo “ora pro me” anche quando diciamo “ora pro nobis”, non ci viene in mente che la nostra preghiera alla Trinità, è sempre preghiera comunitaria.

Il mondo è nelle nostre mani oranti, e noi non ne sentiamo il largo respiro e la gioiosa responsabilità.

Il cristiano che prega la Trinità è il tacito incaricato dell’umanità, spesso ingolfata nella disperazione piaceristica, per implorare grazia a Dio. L’essere sempre meno numerosi a essere voce degli uomini presso Dio, ci rende più vicini a Gesù, colui che solo in una umanità divisa e distratta, pregava il Padre e si sacrificava per tutti.

La nostra preghiera, sia quando usiamo le formule ufficiali, sia quando ci chiudiamo in una stanza, è sempre preghiera di tutti gli uomini.

L’esserci dimenticati che, in quanto cristiani, siamo popolo che prega per tutta l’umanità, ha reso la nostra preghiera debole e senza senso; quel senso che alla nostra preghiera è donato dalla sua universalità.

Quando preghiamo, preghiamo sempre per l’umanità, con tutta l’umanità, e la nostra preghiera cristiana infonde a tutte le preghiere degli uomini quella forza dello Spirito, che le rende salvifiche.

Chi prega si salva. Ogni preghiera, il raccoglimento zen, l’oscillazione ebraica, le prostrazioni musulmane, le danze etniche, hanno vigore grazie alla nostra preghiera, che nel mondo continua la preghiera di Gesù, che implora continuamente il Padre, grazie anche alla nostra implorazione, se e in quanto essa ha respiro universale.

GCM 03.08.09