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Gesù dono eucaristico

Il  dono più grande che l’umanità abbia ricevuto, oltre la grande tecnica, oltre i grandi geni, è Gesù, Iddio immerso tra gli uomini.

Beati noi che lo abbiamo conosciuto e che ogni giorno lo assorbiamo dentro di noi!

Un’immensa tristezza mi percorre, quando vedo che nemmeno il venti per cento dei fedeli approfitta di questo dono, e che una percentuale minima lo accoglie quotidianamente. E’ proprio vero, che non sappiamo valutare il prezzo dei nostri beni.

Gesù Dio è nostro, nelle nostre mani, nella nostra bocca. Già il Padre è nostro, e noi siamo suoi, il gregge del suo pascolo, come ripete il salmo. Ma un Dio quotidianamente tra di noi e dentro di noi, è una meraviglia indecifrabile. Solo la contemplazione lo gusta.

Ci sono opposizioni oggettive, che hanno condotto a un’incomprensione dannosa dell’Eucarestia, opposizioni che provengono anche dal seno dei credenti. Me ne sovvengono tre: il sacro, il rito, la paura.

Il sacro è quel recinto creato dagli uomini, per confinare ogni movimento che sembra avere attinenza con Dio. Il quel recinto entrano i sacerdoti e, di tanto in tanto, i laici. In quel recinto è confinata l’Eucarestia.

Il rito: cerimonie richieste per accostarsi a quel Gesù, che camminava per le strade e incontrava peccatori e prostitute, per condurli a salvezza. Riti di digiuni, di devozione, perfino di posizioni delle mani e della lingua, ecc.

La paura: è stata alimentata per trattenere la gente dall’accostare Gesù, paura superata dalla donna guarita dalla metrorragia. Paura di essere indegni, per ignoranza o per peccato, come se l’Eucarestia fosse un premio per i bravi, e non un aiuto per cavarsela in questo mondo. 

GCM 11.09.09