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Bisogno di guru

Alla ricerca di un guru. Possibilmente, che prometta grandi risultati, e che ci eviti sacrifici, tramite il pagamento per le sue prestazioni mirabolanti.

Anche Gesù era un guru, un rabbi e profeta. Prometteva pace e salvezza, chiedendo non soldi ma fede. Ai suoi indicava non successi, ma croce e amore.

Gesù era il Dio, che donava grazia, e rassicurava sull’amore di Dio.

Nell’Antico Testamento il profeta riportava le lamentele di Dio: “Hanno abbandonato me, fontana di acqua viva, e si sono scavate delle cisterne che perdono l’acqua”. Ciò avviene molto spesso oggi, con il pullulare di guru e di maestri, in sostituzione di colui che è descritto come l’unico maestro.

Riconosciamo che tutti abbiamo bisogno di un riferimento, per assodare il nostro orientamento nella vita.

Anche nella Chiesa: chi sono Paolo eremita, Antonio abate, Benedetto, Romualdo, Francesco d’Assisi, Domenico? Sono riferimenti per una spiritualità orientata. Diventano un impedimento alla salvezza se si assolutizzano, se non si vedono relativi a Gesù e al Padre.

I fondatori di spiritualità, sono discepoli di Gesù. Probabilmente i discepoli più attenti e diligenti, che sanno ripetere ai compagni di scuola gli insegnamenti offerti da Gesù. Proprio come erano quei lontani primi discepoli o scolari, che divennero apostoli e divulgatori della parola del Maestro.

E sempre i capi carismatici cristiani hanno mostrato una sfaccettatura del volto di Cristo. Sfaccettatura autentica di quel caro volto che, guardandolo, ci rivela il volto del Padre, visto specularmente, ma realmente.

GCM 28.09.13