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Anziani e vecchi

Durante l’età avanzata, ci sono gli anziani e i vecchi. Gli anziani costatano che alcune o molte delle loro forze e delle loro prestazioni sono diminuite; allora, alcuni inventano delle alternative, sicuri che la loro intelligenza è sempre una scintilla divina. Altri anziani, che costatano il proprio declino, si ripiegano in un triste “ormai non c’è più nulla da fare” e diventano vecchi.

Perfino in prossimità della morte, l’anziano si consola con la certezza dell’approdo felice nella vita, il vecchio si dispera per una perdita irreparabile.

A diventare anziani oppure vecchi, ci si dispone e ci si prepara durante tutta la vita, coltivando l’ottimismo o il pessimismo, la fiducia anche nelle prove, o la sfiducia anche senza prove.

Sappiamo che l’autentico nostro ottimismo non sgorga dalle nostre forze, ma dal costatare che siamo amati da Dio e che lui solo ci regge e ci stimola a vivere. Il Salmo: “Guardate a Dio e non sarete confusi”, ossia non resteremo nella nebbia di tutti i giorni, che sfociano nella notte. Anche nella notte noi vigiliamo, sicuri del sorgere della luce.

Il Papa esorta i giovani a non estinguere la speranza. Questo vale altresì per gli anziani. Chi è con Gesù e con il Padre, è sempre nutrito dallo Spirito, che alimenta la speranza. La speranza, anche a cent’anni, colora di luce tutta la vita. Gli anziani sono sulla soglia dell’uscio, per entrare in un ambiente migliore.

E’ illusione consolatoria per chi è avanzato negli anni? No: è lo Spirito Santo che non cessa di agire. E’ il seme di risurrezione, che sta sviluppandosi, proprio in un terreno già liberato di molti rovi della vita, e disseminato di nuovi misteriosi e mistici fiori.

GCM 31.07.13